Project Description

L’attuale Redavalle è l’erede di un centro più antico, San Martino in Strada. Cameliomago il suo nome, come riportato sulla Tabula di Peuntiger, una sorta di stradario che raffigurava gli itinerari romani, i centri maggiori e le stazioni di posta e di cambio. Tra queste, a 17 miglia romane da Iria e a 25 da Placentia, viene annoverato appunto l’abitato di Cameliomago, che estendeva le sue ultime propaggini fino alle attuali frazioni Manzo di Santa Giuletta e Ca’ del Piano di Cigognola. La lenta cristianizzazione del primo millennio fu per l’antica Redavalle comunque foriera di rilevanti novità storiche, religiose ed architettoniche, delle quali non restano però che pochi resti, primo fra i quali il pilastro in rovina che si vede all’ingresso del paese provenendo da Broni, in prossimità dell’incrocio con la strada che conduce a Pietra de’ Giorgi. Quel pilastro, fatto edificare dall’arciprete Primo Andrea Sterpi nel 1724, sorse per commemorare la Pieve di San Martino in Strada, eretta probabilmente nel IX-X secolo d.C. Si trattava di una Pieve importante, dotata di strutture d’accoglienza per i viandanti ed i pellegrini della via Romera, il cui potere venne però scalfito nei secoli dalle pestilenze e dall’incuria dei reggenti, che condussero all’abbandono ed alla decadenza la chiesa. Nel 1743, con il Trattato di Worms, il territorio di Redavalle, come tutto l’Oltrepò Pavese, passò sotto il dominio sabaudo, per divenire poi parte della provincia di Pavia nel 1861.

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